Obama
è in vendita, o lo compra la Cina
o la Ue
Di
Carlo Pelanda (27-1-2009)
Parecchi hanno
chiesto di specificare lo scenario precedente in cui la rubrica raccomandava
alla Ue l’urgente seduzione di Obama.
Il sistema
binario sino-americano è il centro del mercato globale. Il modello statunitense
si basa sulla crescita dei consumi interni mentre quello cinese sulle
esportazioni. I dollari ricavati dall’export vengono rispediti in America per
pomparne la crescita a debito (pubblico, privato e leva finanziaria). Così il
deficit commerciale è bilanciato da un afflusso equivalente di soldi. Prima il
Giappone, recentemente la Cina
in dosi gigantesche, hanno finanziato la propria crescita con questo schema. Ma
negli ultimi anni il volume della finanza a debito (bancaria e privata) è
andato oltre la soglia di sostenibilità. La Cina ha pompato troppo capitale nel sistema
americano e tutti quei soldi hanno travolto qualsiasi buon senso prudenziale,
sia in politica regolativa sia nella governance delle banche sia nelle gestioni
famigliari. Il sistema americano ha ceduto e ciò ha comportato la caduta della
domanda globale, cioè la recessione in corso mondiale e sincronica. Ricostruire
lo stesso modello comporterebbe la medesima crisi dopo qualche anno ed una
svolta neoprotezionistica dell’America perché l’eccesso di competitività cinese
ne stressa i lavoratori. La Cina
sta tentando di sostituire il modello “export led” con uno trainato da consumi interni,
riconvertendo il surplus cumulato in investimento. Ma potrà riuscire solo in
piccola parte e ha la priorità di far ricrescere l’America. Obama ha bisogno
che l’Asia compri il debito con il quale finanzierà la ripresa americana.
Quindi lo scenario più probabile è la ricostruzione del sistema sino americano
G2, ma con un nuovo accordo di reciproca garanzia. La parte americana è chiara:
rivalutazione del renvimbi e meno aggressività competitiva cinese. L’altra lo è
meno. Pechino, se rivaluta, perderà crescita e metterà a rischio soldi.
Chiederà compensazioni geopolitiche? Forse di più. Tira aria di “bipolarismo
diarchico”: metà mondo a te, metà a me, ci facciamo i soldi, via signoraggio, a
spese degli altri. Se ciò avverrà l’America cederà il primato alla Cina nel
lungo termine, ma nel breve sembrerà Pax obamiana. Il doroteo di Chicago,
pragmatico e non occidentalista, sarà tentato di comprare presente vendendo
futuro anche per essere rieletto. Come evitare un rischio, pur ancora ipotesi,
che sarebbe mortale per la Ue?
Seducendo Obama affinché preferisca un G2 euroamericano. Come? Comprandogli
debito attraverso un accordo monetario eurodollaro, cioè stampando di fatto
eurodollari. Salverebbe anche l’euro.
Carlo
Pelanda